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DUE BEI GELATONI MATURI


di LaCavalla
06.08.2023    |    33.869    |    170 9.9
"Ero sconvolta, nel bagno poteva entrare qualcuno da un momento all’altro, gli ho detto a malincuore di andare via, che era pericoloso stare lì, anche se..."
Venerdì scorso avevamo appena finito di cenare che, guardando il mio caro maritino Carlo, ho notato una certa irrequietezza nel suo sguardo, capii subito che qualcosa gli frullava nella mente e così gli ho chiesto a cosa pensasse e lui, sincero come sempre, mi disse che aveva voglia di vedermi all’opera con qualche bel maschione maturo e aveva pensato a un parcheggio dove eravamo stati qualche giorno prima in una cittadina a una quarantina di chilometri da noi. Gli sorrisi, il porcello aveva capito che lo avrei accontentato.
Ho lasciato che lui, da bravo maritino, provvedesse a sistemare la cunina mentre io sono andata in camera a scegliere l’out fit per la serata.
Ho indossato un perizomino a filo di colore rosso, gonna a tubino dello stesso colore sopra al ginocchio e con un profondo spacco sul di dietro. Mi fasciava molto più del solito, visto un po’ di ciccetta che ho messo negli ultimi giorni, sandali bianchi a zeppa alta dodici centimetri e per finire toppino di colore bianco che mi lasciava la schiena completamente scoperta.
Carlo quando mi ha vista è rimasto estasiato e non ha mancato di farmi i suoi complimenti dicendomi che avrei fatto arrapare sicuramente tanti vecchi maialoni.
Arrivati sul posto, dopo un giretto nel parcheggio, con nostra grande delusione, abbiamo subito notato che era poco frequentato e nulla che ci intrigasse quella sera.
Delusi abbiamo deciso di andare via, ero rimasta male, forse più di Carlo, perché se è vero che l’iniziativa era partita da lui, al solo pensiero di qualche bel maschione maturo che mi avrebbe potuta rimorchiare, mi era salita una gran voglia di sesso e di trasgressione, la mia fighetta pulsava di desiderio.
Tra noi non c’è bisogno di parole, ci amiamo e abbiamo sempre avuto una grandissima complicità, percepiamo i nostri stati d’animo da piccole cose come anche un semplice sguardo così Carlo, notata la mia delusione, ha proposto di andare a prendere un gelato in una nota gelateria del posto e poi, se avevo voglia e ne avevo tanta, mi avrebbe portata in uno degli autogrill che di tanto in tanto frequentiamo dove sicuramente avremmo trovato qualche bel camionistone maturo capace di farci eccitare e godere, placando la nostra fame di sesso trasgressivo.
L’ho baciato sulle labbra con un gran sorriso e ci siamo diretti al locale per degustare questo famoso gelato.
C’erano tante auto davanti alla gelateria, così Carlo mi ha fatta scendere ed è andato alla ricerca di un parcheggio. Mi sono diretta all’ingresso e nel farlo, sono dovuta passare in mezzo a delle auto parcheggiate in maniera selvaggia, da una di queste sono scesi due omoni di una certa età, sicuramente avevano passato la sessantina, il primo che mi nota, mi guarda in maniera spudorata dalla testa ai piedi, nel frattempo gli sono passata davanti e ora gli do le spalle quando, con la coda dell’occhio, noto che allarga le braccia e dice al compare: maronna mia, quanta carn.
Mi giro, lo guardo e poi proseguo con il mio passo verso l’ingresso del locale. I due sono alle mie spalle e sento che continuano a fare commenti sulle mie cosce e sul mio culetto. Nel frattempo Carlo è arrivato e dalla soglia della porta della gelateria, osserva la scena, mi guarda con complicità, ci sorridiamo e mentre io mi fermo al banco gelati, lui si dirige alla cassa per lo scontrino. Lo stesso succede ai due compari, il più audace e porco rimane al banco e l’altro in cassa a pagare.
Mi piego in avanti per guardare meglio i gusti nelle vaschette, ben sapendo che alle mie spalle il vecchio porco mi sta scopando il culo con gli occhi, voglio farlo arrapare come un animale. Decido di alzare la posta in gioco e ad alta voce dico: certo che qui c’è l’imbarazzo della scelta con tutti questi gusti, veramente non so quali scegliere, ci vorrebbe il consiglio di un esperto.
Il vecchio porco non se lo fa ripetere due volte e mi fa: se permetti ti consiglierei banana e cocco;
rispondo: a si? E lo guardo con sguardo malizioso. Vado sicura?;
lui, con lo sguardo da vecchio porco: sicurissima;
io, rivolgendomi al commesso: vada per banana e cocco, mi chiede se lo preferisco in coppetta o cono e se preferisco la panna;
rivolgendo lo sguardo al vecchio dico: Ci vuole la panna?
Lui, con sguardo da gran porco mi fa: si, certamente, tantissima panna.
Appena prendo il cono, guardando il vecchio do una slinguata dal bordo alla punta del gelato e volutamente mi sporco il labbro superiore di panna che subito dopo pulisco passando lentamente la lingua e continuo a leccare.
Il vecchio mi guarda da depravato, sorrido intuendo cosa gli sta passando per la mente.
Nel frattempo il commesso, come fa con tutti, gli chiede se il gelato lo preferisce in coppetta o cialda e i gusti e il porco risponde ad alta voce guardando me: mi piace leccare, per cui fammi un bel cono al gusto di fichi.
All’esterno con Carlo ci siamo seduti e, come immaginavo, i due maialoni hanno scelto il tavolo proprio di fronte al nostro. Ero seduta con le gambe accavallate e le cosce in bella vista come mi aveva chiesto di fare mio marito.
Il maialone con gli occhiali e il suo amico mi guardavano spudoratamente e facevano apprezzamenti sicuramente volgari tra di loro mentre continua la sfida a distanza, lui con slinguate e lappate rabbiose al suo cono e io con slinguate lente e prendendo in bocca tutto la parte superiore del cono, dando profonde ciucciate.
Inutile dire che, come al mio solito, ero felice e lusingata di attirare le attenzioni di uomini così, mi sono ritrovata a pensare con una certa eccitazione a cose sconce e perverse. Carlo, notando la mia irrequietezza, mi fa: amore mi sa che gli hai fatto arrivare il cazzo in gola a quei due vecchi maialoni e ora che mi dici, sei vogliosa dei loro cazzi maturi, vero?
Effettivamente che ero bagnata tra le cosce. Mi intrigava il tipo, con quell'aria da vecchio depravato e ho cominciato a desiderare ardentemente di conoscerlo più da vicino.
Ho deciso così di divertirmi un po’ e con la scusa di andare in bagno, sono passata accanto al tavolino dell'uomo e l’ho guardato prima di dirigermi alla toilette.
Dopo poco lui mi ha raggiunta. Subito gli ho chiesto, con aria incazzata e scocciata, cosa aveva da guardare con tanta insistenza e che mi stava infastidendo. Lui, che ho saputo poi chiamarsi Nicola, mi ha detto che mi trovava molto sexy e bona, vestita con quel tubino, quella schiena scoperta e poi quei sandali alti mmm…, insomma lo facevo impazzire di voglia. Già eccitata dalle sue parole, con finto pudore, gli ho detto che se non aveva notato, avevo un marito e lui, rincarando la dose, ha ammesso che la cosa lo eccitava e, infilandomi una mano tra le cosce attraverso lo spacco e l’altra nel top a palparmi un seno, mi ha detto che, secondo lui, il mio caro maritino era uno di quei frocetti che godevano a farsi fottere la giovane mogliettina da veri maschioni capaci di farla godere come merita e, abbandonando la lenta carezza dell’interno coscia, ha affondato la mano sulla figa. Ero un lago tra le cosce e ho emesso un gemito di piacere. Gli ho detto di si, che mio marito era proprio quel tipo di maritino. Sentivo la sua patta molto gonfia che mi premeva sul culo mentre ha continuato a sgrillettarmi sempre più forte, fino a provocarmi un orgasmo in pochi minuti. Ero sconvolta, nel bagno poteva entrare qualcuno da un momento all’altro, gli ho detto a malincuore di andare via, che era pericoloso stare lì, anche se avrei voluto che mi prendesse subito.
Nicola disse che non c'erano problemi, lui e il suo amico Mario, avevano un posticino dove portarmi. Non ho detto nulla del fatto che voleva coinvolgere anche il suo amico. Ormai aveva capito che ero completamente in suo potere.
Uscì per primo dicendo che ci avrebbero aspettati alla loro auto che si trovava proprio lì all’ingresso della gelateria.
Tornata al tavolo ho raccontato tutto a Carlo che, eccitatissimo come un’adolescente, mi ha presa per mano e mi ha chiesto di andare dai vecchi. Abbiamo trovato Mario al posto di guida e Nicola già seduto sul sedile posteriore che mi ha fatto cenno di accomodarmi vicino a lui. In una decina di minuti in cui abbiamo scambiato poche parole, siamo arrivati in una stradina appartata e poco illuminata dove Mario fermò la macchina.
Abbiamo cominciato a parlare del più e del meno. Nicola ha detto di avere 63 anni e di essere un camionista in pensione, Mario invece di anni ne aveva 60 ed era un militare da pochissimo a riposo. Mentre li ascoltavo, eccitata dalla situazione e anche da lui, che continuava a palparmi tra le cosce spudoratamente aperte, per quel che consentiva lo stretto tubino che ormai era andato quasi tutto su, mi mordicchiavo il labbro inferiore e questo gesto provocante fece cadere ogni residua barriera, confermandogli che ero una gran porca.
Tagliando corto quella conversazione, ha detto che non mi avevano di certo portata lì per parlare. Poi, in modo diretto, mi ha detto che voleva mettermelo in bocca e vedere come succhiavo il suo cazzo, con la mia aria da dolce mogliettina innamorata. Si è tolto la polo e poi mi ha sfilato il top lasciandomi con il seno nudo che Mario subito ha cominciato a palpare. Nicola mi ha leccato le labbra, le ha mordicchiate ed ha cercato di entrare con la lingua nella mia bocca. Desideravo tanto la sua lingua, baciarlo selvaggiamente, ma mi piaceva giocare a fare l'ingenua e così ho esitato a farlo, fino a che mi ficcò prima una, poi due dita nella figa sgrillettandomi in maniera sublime. Ormai schiava del piacere, eccitata dalla mia perversa voglia di essere porca, ho aperto finalmente la bocca e abbracciandolo al collo, ho preso a baciarlo, con le lingue fuori, leccate e succhiate a vicenda, mentre lo sentivo ansimare, vibrare dal piacere. Le sue mani mi toccavano dappertutto, le tette, i fianchi, il culo, la figa, la schiena, tutto. Ad un certo punto, ansimando con un filo di voce, gli ho confessato di non resistere più. Si abbassò i pantaloni e gli slip, con il cazzo che scattò verso l'alto come una molla tanto era in tiro, glieli sfilai lasciandolo nudo, lui a sua volta mi sfilò il perizomino. Il cazzo di Nicola era un vero invito alla lussuria. Lungo, grosso, pieno di venature e con una cappella gonfia, incredibilmente eccitante e da ciucciare fino allo sfinimento. Senza pudore ne’ vergogna, ho guardato mio marito negli occhi pensando solo al cazzo che impugnavo ed iniziai a segare. Ci siamo baciati a lungo mentre gli sparavo una sega.
Poi, pian piano, leccandogli e baciandogli i capezzoli, poi il torace e la pancia, mi sono ritrovata la grossa cappella a pochi millimetri dalla mia vorace e calda bocca. Lui mi ha guardata estasiato ed io facevo altrettanto, l’ho guardato negli occhi, con il suo cazzo ben stretto in pugno, andando lentamente avanti e indietro, continuando a fargli la sega. Tiravo indietro e poi avanti, glielo scappellavo totalmente. Intanto anche Mario si è denudato e si è avvicinato a me e mi ha dato il suo cazzo nell’altra mano per farselo segare, ha poi preso possesso della mia figa e me l’ha menata in maniera violenta fino a farmi squirtare come una vacca.
Nicola nel frattempo mi ha allontanato la mano dal suo cazzo e, dopo averlo impugnato lui, l’ha alzato in modo che potevo leccarlo da sotto lasciandomi piena iniziativa e dicendomi di mostragli cosa sapevo fare con un bel cazzo a mia disposizione. Subito mi sono messa a lavorarlo con la lingua, senza usare ancora le labbra e senza l'aiuto delle mani, ho cominciato a leccare le palle, le ciucciavo portandomele in bocca prima l’una poi l'altra con i peli che mi invadevano la bocca, poi mi sono dedicata all'asta nodosa e alla cappella turgida e dall'odore acre e pungente. Gemevo e godevo nel dargli piacere. Con l’altra mano ho continuato ad accarezzare il cazzo di Mario ormai anche lui in piena erezione che, a sua volta, si è tuffato tra le mie cosce per leccare tutto il mio squirto e continuando a mangiare la mia figa ormai completamente aperta.
Ancora Nicola mi incitava e si complimentava per la mia abilità di pompinara e, dopo avergli detto che avevo appena iniziato, finalmente ho ingoiato il grosso cazzo, prima una buona metà, poi su sua spinta almeno tre quarti. Uhmmmm, mi ha riempita totalmente la bocca e sentendomelo in gola, ho provato una forte sensazione di vomito, lo volevo, volevo mangiarmi la sua nerchia a costo di vomitare, così ho ripetuto il giochetto quattro, cinque volte mentre sbavavo tantissimo con la saliva che mi fuoriusciva dagli angoli della bocca, unica valvola di sfogo perché completamente occlusa dal cazzo piantato in gola. Poi lo tiravo fuori grondante bava, lui lo impugnava di nuovo ed io ricominciavo a leccare la cappella, delicatamente la leccavo con passione e ne sentivo il sapore e l'odore. Odore di maschio in calore. Eccitata, fuori di testa dal piacere intenso che stavo provando, mugolavo mentre lo leccavo.
Poi, con il cazzo sempre sorretto da Nicola, ho cominciato a pompare andando avanti e indietro a un ritmo lento e regolare, appena intuivo di andare troppo di fretta, allo scopo di prolungare il più possibile il nostro godimento, rallentavo per poi aumentare di nuovo. Mi iniziava a far male la mandibola tanto lo stavo succhiando e pompando.
Dopo una quindicina di meravigliosi minuti di pompaggio, sentendo il cazzo di Nicola ormai al massimo dell’erezione vibrare nella mia bocca calda e umida, ho capito che non ne poteva più, che era ormai prossimo a venire, a liberare la sua sborra, mi ha detto di volermi venire in bocca, voleva che ingoiavo tutto il suo sperma fino all’ultima goccia. Così appoggiata con le mani sulle sue cosce, ho serrato le labbra sulla cappella e con la lingua l’ho titillata dall'interno, mentre lui mi spingeva sulla nuca e mi ordinava di non fermarmi, cosa che ovviamente io non volevo assolutamente fare. Improvvisamente ha mugolato in maniera sommessa e prolungata. Contemporaneamente ho avvertito una forte resistenza al movimento della lingua, ho sentito il sapore della sborra calda che mi ha inondato la bocca, dopo essersi scontrata con la lingua. Mi sono beccata una sborrata incredibile, il primo schizzo, incapace di trattenerla mi è fuoriuscita dalla bocca e un rivolo denso e copioso ha preso a colarmi dalla bocca sul mento e sulle tette, intanto lui ha continuato a sborrare e fiotti di sperma perlacea mi schizzavano in bocca, in gola mentre avidamente ho ingoiato quasi tutto, una quantità incredibile di sborra direttamente nello stomaco.
Ansimando, si è complimentato dicendomi che sono stata grande e che l’ho portato in paradiso con quel pompino incredibile. Mi ha detto che sono una gran troia e di andare fiera delle mie capacità. Io con le tette imbrattate di sperma ho invitato il mio caro maritino a ripulirmi tutta. Mario però ora è infoiato come un toro e vuole anche lui il suo e mentre limonavo con il mio Carlo, mi ha girata sul divanetto e mi ha penetrata con prepotenza, gemevo di piacere e ho continuato a limonare sempre più avidamente con Carlo. Mentre quel maschione mi fotteva come una zoccola di strada, ho continuato a venire come una vacca in calore, sentendo anche Nicola che incitava mio marito a pulirmi da bravo frocetto cornuto. Non ho capito più nulla, non mi sono resa nemmeno conto che Mario ha sfilato il cazzo dalla mia figa ormai fradicia di umori e me l’ha piantato su per il culo, ho urlato di dolore ai primi affondi finché il mio buchetto non si è abituato alle dimensioni di quel vecchio porco, non ci è voluto molto che anche lui raggiungesse l’orgasmo, dopo una decina di affondi molto profondi che mi hanno lasciata ogni volta senza fiato, l’ho sentito piantarsi in profondità e contemporaneamente emettere un urlo selvaggio e subito dopo, ho sentito l’intestino pieno di caldo sperma, avevo appena ricevuto un clistere di sborra da quel porco. Rimase ancora qualche istante dentro di me, fino a quando il suo cazzo non ha cominciato a perdere l’erezione ed è scivolato fuori dal mio ano.
I due vecchi nel vedermi così aperta, non hanno esitato a farmi notare come ero sfondata e hanno ordinato a mio marito di pulirmi per bene.
Completamente ripuliti, ma con il culetto ancora dolente, ci siamo rivestiti e siamo stati riaccompagnati alla nostra auto.
Prima di lasciarci, Nicola mi palpò pesantemente una tetta e mi fece vedere sul suo cellulare la mia pagina su Annunci69 e mi disse: zoccola questa sei tu vero?
Poi rivolto a Carlo, gli ha allungato un bigliettino da visita e ha esclamato: questo è il mio numero, chiamami che abbiamo ancora voglia di fotterla come si deve questa grandissima vacca di tua moglie e si sono allontanati sghignazzando.
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